Aurigemma (EuroSoft): “La telemedicina al servizio della cultura della prevenzione”

Satwork: l’innovativa iniziativa di screening sul Covid in azienda

Napoli, 3 ott – Cosa accade quando la telemedicina incontra il Terzo settore per dare vita a uno dei progetti di prevenzione più riusciti del territorio campano? Lo spiega a Ricerca&Salute l’ingegnere Renato Aurigemma, responsabile Ricerca&Sviluppo della EuroSoft e responsabile progetto Satwork. Il progetto è finanziato dall’Agenzia spaziale europea nell’ambito del programma Space in Response to Covid-19 – Outbreak in Italy, e realizzato in partnership con Campus Salute Onlus, Kell srl, Mapsat Srl e Cattedra Unesco Federico II “Educazione alla Salute e allo sviluppo sostenibile” in veste di partner scientifico.

Cosa prevede  Satwork?

Satwork sta per “Safe at work” e prevede l’allestimento di un laboratorio mobile, dotato di tecnologie Satcom e Navsat, per la realizzazione di campagne di screening rapidi sul Covid-19 presso aziende localizzate in aree che necessitano di interventi sul posto per tenere sotto controllo l’evoluzione dell’epidemia. Il progetto si avvale della telemedicina, utilizza infatti la trasmissione satellitare per inviare le informazioni all’operatore che lavora da remoto.

renato aurigemma
Renato Aurigemma

Possiamo dire che grazie alla telemedicina il Terzo settore e l’industria si incontrano nel segno della prevenzione sanitaria?

Esattamente. Il progetto è stato finanziato dall’agenzia spaziale europea proprio come applicazione di telemedicina satellitare. L’antenna satellitare è infatti lo strumento che consente l’operatività anche in aree storicamente poco collegate come l’entroterra campano. Ci siamo concentrati in particolare sull’Avellinese e il Beneventano: in questi territori abbiamo sottoposto a screening circa quattromila lavoratori.

Cosa avviene in concreto sui mezzi mobili di Satwork?

I mezzi sono attrezzati con un laboratorio mobile dove vengono effettuati tamponi rapidi e test sierologici. Vengono effettuate anche analisi per monitorare la salute generale del lavoratore, compresa la saturimetria e la rilevazione della temperatura. Si passa poi ad analisi specifiche per chi ha avuto il Covid in passato. Questi soggetti vengono sottoposti a visita cardiologica e ad ecografia polmonare, anche allo scopo di rilevare la presenza di una malattia da Long-Covid. La particolarità che rende lo screening così sicuro ed efficace, soprattutto in ambito lavorativo, è che la diagnosi avviene da remoto con uno specialista che visione le ecografie e le analisi fatte sul mezzo.

Tra poco arriverà a Napoli il villaggio della prevenzione Campus 3S, promosso da Campus Salute Onlus, ci sarà anche un mezzo di Satwork?

Certamente, il progetto Satwork è iniziato da un anno e avrà fine – per il momento – con la giornata conclusiva del Campus 3S il 10 ottobre. Ma la partnership con Campus Salute è di vecchia data. Già nei primi anni Duemila avevamo attrezzato mezzi mobili, simili a quelli usati per Satwork, per effettuare screening mammografici con collegamento satellitare e diagnosi remota.

Gli screening mammografici con il supporto della telemedicina potrebbero facilitare le diagnosi precoci, pensate di riprendere questa iniziativa?

Sì, è un progetto al quale stavamo pensando con il supporto della Cattedra Unesco della Federico II e, ovviamente, del Campus Salute. In generale, vorremmo continuare l’attività sul territorio: la prevenzione non deve fermarsi, attraverso le tecnologie dell’informazione può raggiungere luoghi dove normalmente non arrivano gli strumenti tradizionali.

 

Per approfondire leggi anche le testimonianze dei promotori del Campus 3S e l’intervista al presidente di Campus Salute