Vaccini: De Luca accelera su Sputnik V, l’Italia non dorma in piedi

La campagna vaccinale sta proseguendo a rilento, mentre il dibattito politico risulta più acceso che mai. Il governo italiano sembra profondamente diviso sul tema delle riaperture e il dibattito in seno a Palazzo Chigi sembra non volersi arrestare: i temi caldi, in questi mesi che anticipano l’estate, sono quelli delle riaperture e della velocizzazione della campagna vaccinale in Italia. Da un lato si chiedono le prime riaperture, dall’altro si ribadisce la necessità di non ripetere gli errori del governo precedente Dal ministro della Salute Roberto Speranza arrivano parole pacate sulle possibili riaperture: questi chiede di essere fiduciosi riguardo ai prossimi mesi, quando l’incrocio tra gli effetti delle zone rosse e delle più consistenti somministrazioni di vaccini cominceranno a far vedere i primi risultati apprezzabili, ma tira il freno a mano sulla possibilità di un’estate libera, asserendo che “ci sarà un’estate migliore”, ma ben lungi da un possibile “liberi tutti”. Tuttavia, il dibattito politico è ben più vasto e ne sono protagonisti parimenti gli enti locali e i relativi governatori . Particolare attenzione merita la discussione circa il vaccino proveniente dalla Russia, lo Sputnik V, attualmente punto focale per l’aggiornamento delle strategie di vaccinazione di massa dei singoli stati. Purtroppo, però, questo nuovo alleato contro la pandemia non gode ancora del beneplacito dell’European medicines agency (Ema).

Sputnik V sfrutta la tecnologia già testata con altri vaccini come Astrazeneca e Johnson&Johnson, cioè un adenovirus umano inattivo che è stato fuso con la proteina spike del Sars-CoV-2 al fine di stimolare una risposta immunitaria. In Italia, è stata la Campania a muoversi per prima, concludendo una trattativa con la Russia il mese scorso per una fornitura del vaccino, ovviamente subordinata all’approvazione dello stesso da parte dell’Ema e dell’Aifa, a cui il governatore della Regione, Vincenzo De Luca, chiede pubblicamente di essere quanto più celeri possibili, poiché “non siamo in tempo di ordinaria amministrazione, siamo in guerra. E l’Italia non può dormire in piedi” e rimarca che i vaccini che sono attualmente a disposizione non sono sufficienti. Lo stesso De Luca ha progetti per questo vaccino che vanno ben oltre i confini della regione che presiede e, con le 3.000.000 di dosi da lui richieste entro 2 mesi dall’approvazione, ha sostenuto di poter contribuire ad aiutare tutto il mezzogiorno d’Italia.

La Campania non è l’unico caso di trattative autonome di singoli stati o enti con la Russia per avere lo Sputnik: anche la Germania sta contrattando con Mosca per ricevere 20.000.000 di dosi entro luglio, mentre la repubblica di San Marino sta continuando la sua campagna con il vaccino ruteno da un mese ormai e punta alla somministrazione della seconda dose a tutti i cittadini per la fine di maggio. Attualmente Sputnik è somministrato in 59 paesi nel mondo e l’Europa sta mostrando un interesse sempre crescente per il farmaco. Ma cosa ne pensano le istituzioni europee delle contrattazioni dei singoli stati membri dell’Unione con la Russia, il cui vaccino non rientra nella strategia comune europea? La risposta è presto data dal portavoce capo della Commissione Europea, Eric Mamer, durante un briefing con la stampa, in cui ha rimarcato che, fermo restando la necessità di approvazione da parte dell’Ema, gli stati membri hanno piena libertà di comprare autonomamente vaccini che non fanno parte della lista di quelli ordinati dalla Commissione Europea e che rientrano nel piano comune. Si attende dunque la pronuncia quanto prima e si spera che questa possa dare il la per un balzo in avanti delle campagne vaccinali con un relativo accorciamento dei tempi di somministrazione.