Ginecomastia in età puberale: impariamo a conoscerla

La ginecomastia è la proliferazione benigna del tessuto ghiandolare mammario del maschio. Va distinta dal carcinoma (raro) e dalla pseudo-ginecomastia data dall’incremento del volume mammario per aumento del tessuto adiposo sottocutaneo (lipomastia), frequente nei soggetti obesi.

La ginecomastia può rappresentare un fenomeno fisiologico in alcuni stadi della vita (ginecomastia transitoria puberale) oppure essere il risultato di diverse condizioni patologiche, tra cui l’ipogonadismo, i tumori testicolari, l’ipertiroidismo, l’insufficienza renale,l’insufficienza epatica o l’abuso di farmaci o sostanze come alcool, marijuana, eroina e anfetamine (1).

La ginecomastia negli adolescenti

La ginecomastia puberale si può manifestare nel 70% degli adolescenti tra i 14 ed i 16 anni; è spesso asimmetrica, talvolta monolaterale, sovente di modesta entità e tende a regredire nel giro di qualche mese. Talvolta, per il sopravvenire di processi fibrotici può non regredire. Essa è causata dal transitorio aumento degli estrogeni che solitamente precede il completamento della pubertà con riduzione del rapporto testosterone/estrogeni (2).

Clinicamente si presenta come massa palpabile al di sotto del complesso areolare e del capezzolo, che, con il passar del tempo, può acquistare consistenza sempre più solida a causa dell’evoluzione fibrotica del tessuto ghiandolare.

Nell’iter diagnostico, l’esame obiettivo è un momento essenziale, da focalizzare principalmente sui seguenti punti: l’esame della mammella, la ricerca di segni e sintomi di patologie croniche sistemiche e di deficit di testosterone e, infine, l’esame dei genitali. Se il primo approccio clinico può essere effettuato dal medico generico, il work-up diagnostico completo deve essere condotto dallo specialista. L’esame della mammella deve distinguere la ginecomastia vera dalla pseudo-ginecomastia ed escludere il carcinoma mammario.

L’esame obiettivo include la valutazione di peso ed altezza, nonché le proporzioni tra i vari segmenti del corpo e la distribuzione pilifera. L’obiettività dei genitali valuta le caratteristiche dei genitali esterni (eventuale ambiguità), la presenza di criptorchidismo (mono o bilaterale), varicocele e ipospadia. La palpazione dei testicoli valuta le dimensioni (orchidometro), la consistenza e la presenza di eventuali masse.

La diagnostica di laboratorio prevede la determinazione di emocromo, marcatori della funzione epatica e renale ed esami ormonali: TSH, FT3, FT4, PRL, LH, FSH, T, E2, SHBG. Ridotti livelli circolanti di T (< 280 ng/dL) con elevati livelli sierici di LH e FSH indicano ipogonadismo primario, mentre gonadotropine ridotte indicano ipogonadismo secondario. È opportuno eseguire un’ecografia mammaria per la diagnosi differenziale tra lipomastia (negli obesi) e ginecomastia vera. Necessaria è anche l’esecuzione dell’ecografia testicolare, nel caso di sospetto di tumori (benigni o maligni), soprattutto in condizioni a rischio come il criptorchidismo.

La maggior parte delle forme di ginecomastia, come quelle infantili e puberali, regredisce spontaneamente e non richiede alcuna terapia medica. Le forme in cui è possibile identificare la causa (per esempio somministrazione o abuso di farmaci, epatopatie croniche, iperprolattinemia, ecc) necessitano di una terapia (medica o chirurgica) che dipende dalla patologia sottostante o dell’allontanamento della noxa (es. sospensione di quei farmaci facilitanti la comparsa della ginecomastia) (3).

Il trattamento con tamoxifene nella ginecomastia puberale e in quella degli adulti dolente o di recente insorgenza può provocare un lieve miglioramento, senza completa remissione. In caso di ginecomastie di lunga durata, essendosi già formata lo “scheletro” fibroso della ghiandola, la possibilità di regressione col trattamento medico si riducono sensibilmente e pertanto la risoluzione è solo chirurgica.

 

Gli autori

La vignera
Sandro La Vignera e Laura Cimino, Unità Operativa di Endocrinologia “Policlinico G. Rodolico” – Università di Catania

Bibliografia

  1. Ali SN, Jayasena CN, Sam AH. Which patients with gynecomastia require more detailed investigation? ClinEndocrinol 2018, 88: 360-3.
  2. Kanakis GA, Nordkap L, Bang AK, et al. EAA clinical practice guidelines – gynecomastia evaluation andmanagement. Andrology 2019, 7: 778-93.
  3. Krause W. Drug-inducing gynecomastia: a critical review. Andrologia 2012, 44: 621-6.