Turismo e Green Pass: cose da sapere se si vuole viaggiare all’estero

Tamponi, test e zone rosse. Come si organizzano i Paesi europei in estate?

Come più volte annunciato, domani entrerà in vigore il Green pass o Certificazione verde in Italia per poter consumare nei bar e nei ristoranti al chiuso, per partecipare a concorsi pubblici, per andare in palestra e, in ultimo, si sta discutendo sulla possibilità di introdurre la normativa anche nelle scuole pubbliche e nei trasporti. La normativa ha preso vita ed è stata promossa dal Governo come misura sociale di riconoscimento. Con il Green Pass si può, infatti, accertare la completa vaccinazione di un individuo attraverso un codice QR rilasciato dal Ministero della Salute e può essere necessario a rendere, quanto più possibile, “Covid free” le varie strutture di cui prima si faceva riferimento. Inoltre sarà “richiesta (la certificazione, ndr) per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in ‘zona rossa’ o ‘zona arancione'”. E’ quanto emerge da una nota del Ministero della Salute. “Dal 1 luglio – prosegue la nota – la Certificazione verde rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen”, poiché verrà avallato il periodo di quarantena precedentemente imposto in tutti gli Stati. Come è possibile consultare sul sito della Farnesina, è presente un occhiello illustrativo (http://www.viaggiaresicuri.it/) sulla situazione sanitaria specifica delle nazioni europee e non. Secondo la normativa, approssimativamente, per entrare nei diversi Paesi, il pass ha validità di 48 ore dall’esito di tampone negativo di una persona non vaccinata, di 6 mesi nel caso una persona avesse contratto il virus e poi si fosse negativizzata e di 9 mesi se avesse completato il ciclo vaccinale. In Portogallo e in Germania, ad esempio, funziona come appena detto. Per accedere nel territorio tedesco, una persona guarita può spostarsi solo 28 giorni dopo la negativizzazione. Non si può dire lo stesso della Francia che ha suddiviso i vari Stati in tre colori: rosso, arancione, verde (tra cui rientra l’Italia). E’ possibile transitare in Francia 7 giorni dopo aver completato il ciclo vaccinale con Pfizer, AstraZeneca e Moderna; 4 settimane dopo il Johnson&Johnson; 7 giorni dopo la prima dose di vaccino di persone che hanno contratto il Covid; per i non vaccinati si deve esibire un test anti Covid negativo di massimo 72 ore (ciò non vale per chi proviene dalla Spagna, Olanda e Cipro che deve essere di 24). Logicamente tutti gli over 12 dovranno essere muniti di Green pass per accedere a luoghi di svago e di cultura nei quali è possibile ritrovarsi in più di 50 persone, come musei, cinema, teatri. Ordinanza che in questi giorni ha fatto infuocare le piazze francesi e non solo, con manifestazioni inneggianti alla Rivoluzione francese. Si è espressa in merito anche la vice-garante della Privacy italiano, Ginevra Cerrina Ferroni, che ha commentato su Twitter: “Il Green pass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini”. A seguito l’onorevole Giorgia Meloni lo ha definito “raggelante”; Pd e M5s “prematuro”. Tuttavia, il modello italiano, discusso prima e varato poi, è risultato molto simile.
In Belgio, da quanto si apprende dal sito www.viaggiaresicuri.it della Farnesina, non sono previsti obblighi di quarantena dai visitatori provenienti da zone verdi o arancioni (consultabili dal sito dell’Ecdc ovvero il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ma è d’obbligo il test anti Covid il primo e il settimo giorno da chi proviene dalle zone rosse (Sardegna e Sicilia per l’Italia) per i residenti e massimo 72 ore prima del volo e al settimo giorno di permanenza per i non residenti. In Grecia si può transitare con Green pass che accerti la completa vaccinazione del viaggiatore da almeno 14 giorni; per i non vaccinati vale la regola delle “72 ore”, come già detto. Ma lo scatto in zona rossa dei poli turistici più attrattivi, come Mykonos, sta minacciando pericolosamente la stagione estiva ellenica.
In Spagna il modus operandi varia ancora: è il Governo che settimanalmente dispone di dati registrati in base ai contagi specifici delle regioni di provenienza di altri Paesi. Per la Spagna le zone italiane “a rischio” sono Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Umbria e Veneto. Quindi è importante munirsi di Green pass per i vaccinati e il tampone negativo 48 ore prima dell’arrivo per i non vaccinati; per i guariti, l’esito della negativizzazione deve essere stato emesso almeno 11 giorni dopo la positività con un massimo di 180 giorni. Per le zone “non a rischio” basta compilare un formulario che garantirà al viaggiatore un codice QR denominato “Fast Control”.
La Gran Bretagna, pochissimi giorni fa, ha decretato, tramite un’ordinanza diffusa dalla Bbc, che coloro i quali abbiano completato il ciclo vaccinale negli Usa o nei Paesi dell’Ue non dovranno più sottoporsi a un periodo di quarantena all’arrivo nel Regno Unito, soprattutto se si proviene da uno dei Paesi della ‘lista ambra’, di cui fa parte l’Italia. Fa sapere ancora la nota della Bbc che le misure restrittive riguardano specialmente la Francia, i cui visitatori dovranno invece sottoporsi a obbligo di isolamento preventivo.
Il Green pass, nato con l’intento di non sfiduciare il turismo internazionale nella stagione estiva, non è rimasto esente da pesanti critiche. Tra le tante, quella del Garante della Privacy italiano, Pasquale Stanzione, che aveva definito il certificato come “in contrasto, insanabile persino a livello ermeneutico, tra la norma legislativa e il parametro europeo e illegittimo per il trattamento dei dati personali” in un’intervista rilasciata a Il Mattino lo scorso aprile.

 

 

di Mario Vittorio D’Aquino