Perché è importante proteggere le piante negli ambienti urbani?

La Salute oltre le cime degli alberi

Perché è importante proteggere le piante negli ambienti urbani? Spesso tendiamo a dimenticare che la salubrità dell’aria che respiriamo ha origine nel respiro del mondo vegetale che ci circonda. Ancel Keys con la dieta mediterranea ha definito la Salute come “la condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo”. Ma già nel 1946 a questa definizione l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), aggiunse il concetto di “socialità”, sottolineando come questa non è più solo l’assenza di malattie, ma un complessivo stato di benessere fisico, psichico e sociale.

Diventa ovvio, perciò, che dove è possibile fare movimento, rilassarsi e incontrare altre persone è più facile essere in buona salute.
Ancora più indietro nel tempo, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, per ovviare alle pessime situazioni igieniche delle grandi città europee causa di tubercolosi e colera, gli urbanisti cominciarono a creare aree verdi realizzando in molti quartieri parchi, giardini pubblici e aree gioco. Ma ancora più indietro nel tempo, in epoca romana, Vitruvio rimarcava come tra gli  aspetti più rilevanti per il progetto e la costruzione degli edifici la scelta del luogo, il microclima ed il paesaggio fossero fondamentali e che bisogna edificare nel miglior luogo possibile  con le migliori condizioni ambientali. Insomma la Scienza Urbana del Benessere riconosce da millenni le fondamentali funzioni del verde verde urbano. La funzione estetico-architettonica è rilevante poiché la loro presenza migliora decisamente il paesaggio urbano e rende più gradevole la permanenza in città. Ma gli stessi architetti riconoscono la funzione del verde urbano oltre il mero aspetto estetico per cui diventa fondamentale favorire un’integrazione fra elementi architettonici e le piante. Queste contribuiscono a regolare gli effetti del microclima cittadino attraverso l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento” naturale dell’aria. In una bella giornata estiva un tappeto erboso di un ettaro è in grado di rilasciare ventimila litri di acqua nell’atmosfera, mentre un campo da calcio cattura oltre dodici tonnellate/anno di CO2. Non meno importante è la funzione sanitaria delle piante. A Napoli Vincenzo Monaldi ha dimostrato la funzione sanitaria del verde nei pressi dei luoghi di cura evidenziando come  la presenza piante contribuisce alla creazione di un ambiente che può favorire la convalescenza dei degenti, sia per la presenza di essenze aromatiche e balsamiche, sia per l’effetto di mitigazione del microclima, sia anche per l’effetto psicologico e umorale prodotto dalla vista riposante di un’area verde ben curata.

Il verde in città può garantire lo stesso futuro della nostra stessa civiltà. L’infanzia è un tempo di preparazione alla vita. Un recente studio condotto in Spagna ha dimostrato un miglioramento dell’attenzione evidente già in età prescolare (4-5 anni) e confermato a 7 anni. Una maggiore esposizione a spazi verdi nei dintorni della zona di residenza è associata a migliori performance nei test cognitivi somministrati ai bambini per determinare i livelli di attenzione, in accordo con la teoria della rigenerazione dell’attenzione secondo cui il contatto con la natura migliora la capacità di attenzione.  L’associazione riscontrata dagli autori fra verde e attenzione è riconducibile anche ad una più efficiente regolazione del sistema immunitario tramite una maggiore esposizione a macro e microorganismi presenti nelle aree verdi.

Se, dunque, il nostro modo di guardare alle città non è solo ecologico ma riguarda anche gli stili di vita e gli aspetti sociali allora gli alberi negli ambienti urbani sono una importante infrastruttura di salute pubblica in grado di aiutare il benessere fisico e mentale dei cittadini.

 

Nicola Giocondo è agronomo e divulgatore agricolo. Dopo la laurea in Scienze agrarie a Portici nel 1984, ha iniziato l’attività professionale con la ricerca applicata presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici che ha lasciato per iniziare la carriera di divulgatore agricolo presso la ConfColtivatori, poi Cia, della Campania e successivamente presso la Regione Campania dove è tuttora inquadrato come funzionario. È stato membro della Commissione Nazionale per il benessere Animale presso il Ministero della Salute e per conto del Ministero della Ricerca scientifica ha svolto attività di tutoraggio in progetti di ricerca riguardanti in particolare l’olio di oliva e il frumento. Ha svolto attività di consulenza presso importanti enti pubblici come le Ferrovie dello Stato. Per la Regione Campania si è occupato della definizione e delimitazione delle Aree Rurali di Pregio.