Medici di base: in Campania precari copriranno gli ambiti carenti dal 2018

Medici di base: la Regione Campania ha avviato l’assegnazione degli ambiti carenti 2018.

Con questo provvedimento la Regione ha intenzione di mettere a disposizione medici di base, non più a tempo determinato, in zone in cui erano assenti o carenti. A dare l’annuncio la consigliera regionale Antonella Ciaramella.

“Nelle prossime settimane – ha spiegato – terminata la procedura per eventuali correzioni sui punteggi in graduatoria, giovani medici prenderanno servizio in zone che erano sprovviste di medici di medicina generale. Entro il 30 settembre, saranno inoltre assegnati gli ambiti carenti 2019.
La consigliera ha fatto sapere che la giunta sta lavorando, “anche con l’aiuto della digitalizzazione”, per pubblicare i bandi per l’assegnazione degli ambiti carenti relativi al 2020″.

Il provvedimento interessa centinaia di medici precari e verrà attuato attraverso nuove assunzioni, e trasferimenti sia all’interno della regione, ma soprattutto verso la Campania. Quasi 300 i posti assegnati per sopperire alla carenza di medici di famiglia o di guardia medica previsti per il biennio 2018/2019. Per il 2020, inoltre, la Regione ha stimato un fabbisogno di ulteriori nuovi medici che dovrebbe oscillare tra le 150 e le 200 unità.

Ciaramella ha sottolineato come questo comparto della sanità rischiasse il collasso non solo a causa dell’emergenza coronavirus ma anche per i numerosi pensionamenti attesi nei prossimi mesi e anni. “Il lavoro – ha concluso Ciaramella – è stato svolto di concerto con sindacati, Asl e comitati, ed è stato accolto dalla giunta campana. Si tratta di un lavoro che assicurerà ai cittadini una sanità migliore, più vicina e veloce, e anche una prospettiva lavorativa stabile per tantissimi giovani medici precari, attualmente penalizzati anche dal fatto che le convenzioni vengono assegnate con un carico medio di 1.800 pazienti, mentre la normativa nazionale prevede un limite di 1.100 che, se applicato, garantirebbe una maggiore capillarità della rete di medicina territoriale”.