La via delle api

La narrazione scientifica conferma la centralità delle api all’interno del nostro ecosistema e la catastrofe che conseguirebbe alla loro scomparsa.

La stessa narrazione lancia un segnale inquietante: gli insetti pronubi da anni stanno scomparendo a causa di malattie, pesticidi e alterazioni della biodiversità causate dall’attività umana. È una vera emergenza al punto che si teme una vera e propria estinzione.
Nel suo libro Ombre corte il sociologo francese Razmig Keucheyan sostiene che  “La natura è un campo di battaglia” caratterizzato da razzismo ambientale, finanziarizzazione della natura e militarizzazione della ecologia. In pratica, la natura non sfugge ai rapporti di forza sociali, anzi è la più politica tra le entità.
Il campanello d’allarme sta suonando da anni e oggi il destino della api non è affare di ambientalisti o di romantici apicoltori, ma è lo stesso destino dell’uomo.

Fra le tante cose che si possono imparare dal mondo delle api, una è la “swarm intelligence”, l’intelligenza dello sciame, una intelligenza sociale che rende le singole api inutili ad una vita a sé ed utili solo inserite nello sciame.
Prima le api italiane” potrebbe essere uno slogan di moda. Effettivamente l’Apis mellifera ligustica, è la razza, originaria dell’Italia più apprezzata e diffusa  al mondo. Nel nostro paese, ma anche nel resto del mondo ormai, le annate in cui si registrano buone produzioni di miele sono diventate casi eccezionali e si registrano, mediamente diminuzioni di produzione superiori al 50% rispetto agli standard abituali.

Il miele, il prodotto più conosciuto delle api, merita di entrare tutti i giorni sulle nostre tavole essendo numerosi i settori dell’organismo in cui esercita i suoi benefici.
A differenza dello zucchero di cui può essere un valido sostituto è un vero e proprio alimento ricco di vitamine, minerali ed amminoacidi ed anche di antiossidanti contro i radicali liberi. Da segnalare la sua alta digeribilità: è prodotto, infatti, attraverso il processo di digestione delle api e per tale motivo non necessita di ulteriori processi digestivi e i suoi zuccheri entrano subito in circolo, dando un forte contributo rivitalizzante all’organismo. Un noto nutrizionista scozzese, Mike McInnes, ne ha segnalato l’effetto dimagrante in sostituzione dei tradizionali zuccheri.

È chiaro che a questa crisi così importante non siamo stati condotti da quell’universale astratto che risponde al nome di umanità, ma quell’universale concreto che si chiama egoismo. L’interdipendenza delle api e le loro capacità e produttività lavorando in gruppo dovrebbe insegnarci molto. Monitorare la loro salute significa comprendere e avere a cuore le sorti del nostro pianeta e della nostra stessa unicità.

Il tempo delle api, lezioni di vita da un alveare, (Mark L. Winston, edito Il Saggiatore), non è solo un’opera di divulgazione di uno scienziato rigoroso, ma la strada che conduce a quel necessario equilibrio da cui dipende il benessere del nostro corpo e della nostra umanità. Allora il problema non è solo ecologico, ma investe gli stili di vita, gli aspetti sociali e la stessa proprietà dei beni, delle terre, delle acque e dei minerali. Viviamo in un’epoca in cui le principali trasformazioni del mondo sono attribuibili all’essere umano, che con strumenti, modi e intensità non paragonabili alle generazioni precedenti, sta alterando equilibri e destini. Lo stesso papa Bergoglio di fronte alla domanda se la sua enciclica Laudato Sii debba essere intesa come un’enciclica green ha fermamente risposto: “Non è un’enciclica verde. No, perché è un’enciclica sociale”.
Si profila una impellente necessità ecologica che richiede di trovare una logica, innescare un meccanismo virtuoso, una via naturale della salute e la via delle api è una di queste.

 

 

Nicola Giocondo è agronomo e divulgatore agricolo. Dopo la laurea in Scienze agrarie a Portici nel 1984, ha iniziato l’attività professionale con la ricerca applicata presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici che ha lasciato per iniziare la carriera di divulgatore agricolo presso la ConfColtivatori, poi Cia, della Campania e successivamente presso la Regione Campania dove è tuttora inquadrato come funzionario. È stato membro della Commissione Nazionale per il benessere Animale presso il Ministero della Salute e per conto del Ministero della Ricerca scientifica ha svolto attività di tutoraggio in progetti di ricerca riguardanti in particolare l’olio di oliva e il frumento. Ha svolto attività di consulenza presso importanti enti pubblici come le Ferrovie dello Stato. Per la Regione Campania si è occupato della definizione e delimitazione delle Aree Rurali di Pregio.